Passa ai contenuti principali

Translate

Follow the blog to support us! Segui il blog per supportarci!

Filologia - Vandali: società e cultura

Oltre alla storia di un popolo, è interessante analizzare alcuni aspetti della loro società che, seppur lontana nel tempo, conosciamo. Cerchiamo di delineare gli aspetti più importanti delle loro credenze, tradizioni e composizione etnica.
Religione
 La società dei vandali era fortemente influenzata, come accadeva spesso in quei secoli, dalla religione. In particolare i vandali erano cristiani, ma non ortodossi, bensì seguivano l'eresia ariana, dottrina religiosa fondata dal prete Ario tra III e IV secolo, vicino ad Alessandria d'Egitto. La dottrina era già stata dichiarata eresia nel 325 durante il Consiglio di Nicea, ma il popolo dei goti era già stato in buona parte convertito a questo credo; a loro volta, convertirono altre popolazione germaniche, come i burgundi, gli svevi, i gepidi, parte dei longobardi e, ovviamente, i vandali. Oltre ad un fattore religioso, l'Arianesimo, che tratterò più approfonditamente in un altro articolo, era stato ben accolto da tutti questi popoli germanici per una ragione identitaria, di differenziazione dal mondo romano che, invece, era cattolico. 
La chiesa ariana dei vandali in Africa era ben organizzata e gerarchizzata, con un patriarca che aveva sede a Cartagine; conosciamo i nomi di due patriarchi vandali, Iucundus (che venne bruciato al rogo dal re vandalo Unirico) e Cyrila, suo successore. Si conoscono anche i nomi di diversi vescovi ariani: Barbas, Antonius, Pinta e Victorinus, nomi sia vandali che romani; questo perché, nei secoli in questione, l'assegnazione del nome non era legato all'etnia: conosciamo vandali con nomi romani e romani con nomi vandali. 
Il testo sacro utilizzato dalla Chiesa vandala d'Africa era una Bibbia gotica, della quale se ne conserva uno stralcio, il frammento di Giessen, custodito nella Biblioteca di Giessen, in Germania, ma ritrovato in Egitto. Il manoscritto riporta alcuni frammenti del Vangelo di Luca XXIII e XXIV in un bilinguismo gotico-latino. Questo testimonia come la diffusione del cristianesimo ariano sia avvenuta proprio a partire dai goti, che tra l'altro parlavano una lingua appartenente al ramo orientale delle lingue germaniche, come la lingua dei vandali, fattore che sicuramente ha favorito la comunicazione.

Gruppi etnici
Il gruppo etnico vandalo era variegato e diversificato. Un'importante componente era rappresentata dagli alani, popolo non germanico ma del ramo iraniano, originari della steppa ucraina. Gli alani erano già compagni di migrazione dei vandali fin dai primi spostamenti, ossia dall'anno 401 circa, quando il gruppo era giunto in Gallia guadando il fiume Reno. Ma la loro assimilazione fu completa soltanto in Penisola Iberica, quando la sconfitta alana per mano dei Visigoti fece nascere una coalizione vandalo-alana che sarebbe durata fino alla fine del regno vandalo d'Africa; il titolo dei re vandali diventò infatti Rex Vandalorum et Alanorum
Gli autori afro-romani che scrivono dei vandali sembrano non fare molte distinzioni tra alani propriamente detti e vandali, forse perché non notarono sostanziali differenze tra le due etnie, o forse perché l'assimilazione e l'integrazione furono molto profonde. Quel che è certo è che gli alani adottarono anch'essi il credo ariano, nonostante in passato avessero un paganesimo diverso da quello germanico (veneravano un unico dio della guerra, molto simile al romano Marte).
Senza dubbio gli alani furono fondamentali per la formazione dell'esercito vandalo, in particolare delle truppe di cavalleria, visto che erano celebri cavalieri ed allevatori di equini per via della loro provenienza dalle steppe dell'Ucraina. 
Conosciamo alcuni nomi di alani grazie alle epigrafi tombali africane di Tebessa, Tipasa e Ammaedara, come conosciamo i nomi di alcuni svevi, seppur in minor quantità; questo perché gli svevi che proseguirono le migrazioni con i vandali dopo le lotte in Penisola Iberica non furono molti, e in maggioranza schiavi o liberti.
Con l'arrivo nella provincia africana, i vandali assimilarono anche una componente etnica locale, le tribù berbere dei Mauri, che iniziarono a combattere al loro fianco contro i romani, che imponevano tasse troppo alte alla popolazione locale. 

Nel prossimo articolo vorrei parlare del popolo dei visigoti, che in più riprese ha avuto contatti con i vandali ed è stato uno dei protagonisti, come del resto il popolo vandalico, del periodo che ha visto il crollo della società imperiale e la nascita di nuove entità governative in Europa.



Besides the history of a people of the past, another interesting aspect is the analysis of their society that, even if remote, we know quite well. Let's try to scan the main issues of the cults, traditions and ethnic composition of the Vandals.

Religion
Vandal's society was strongly affected, like often happened in those centuries, by religion. In particular, the Vandals were christians, not orthodox, but they used to follow the Arian heresy, cult created by the priest Arius between 3rd and 4th centuries near Costantinople. The cult was already declared heresy in 325 during the First Council of Nicaea, but the Goths were already converted to this creed, and they converted in turn other germanic people, such as the Burgundians, the Suebi, the Gepids, part of the Langobards and, of course, the Vandals. The strength of the Arianism resided not only in the religious field, but also in the fact that Germans welcomed the new creed for a factor of differentiation, of identity from the Roman world, which was catholic. 
The Church of the Vandals in Africa was well organized and hierarchical, with a patriarch in Carthage; we know two names of patriarchs, Iucundus (who will die at the stake by order of the Peaky... ehm... the Vandal king Huneric), and Cyrila, his successor. We know also some name of arian bishops: Barbas, Antonius, Pinta and Victorinus, both names of Vandal and Roman origins; that's because, in this period, the assignment of a name wasn't bound to the ethnicity: we know Vandals with Roman names and Romans with vandalic names.
The sacred text used by the Vandal Church of Africa was a Gothic Bible, of which a fragment is conserved: the Fragment of Giessen, guarded in the library of Giessen, in Germany, but found in Egipt. the manuscript reports several pieces of the Gospel of Luke XXIII and XXIV in a Gothic-Latin bilingualism. This document is the proof of the fact that the diffusion of Arianism started from the Goths, which they talked an oriental germanic language, like the vandalic, and the two idioms were probably very close and similar. This surely helped the communication between the two peoples.

Ethnic groups
The Vandal ethnic group was very large and differentiated. An important compent was made by the Alans, not a germanic tribe but of the Iranian branch, native of the steppes of Ukraine. The Alans were already companions of the Vandals from the first migrations, in the year 401, when the group arrived in Gaul crossing the river Rhine. However, their assimilation was completed only in Iberian Peninsula, when the defeat of the Alans against the Visigoths made possible a so strong Vandalic-Alan coalition that it will last until the end of the Vandal Kingdom of Africa; the title of all vandalic kings will be always Rex Vandalorum et Alanorum, in order to underline this brotherhood.
The Afro-Romans authors which wrote about the Vandals didn't mention strong differences between Alans and Vandals, maybe because they didn't notice them, or maybe because the absorption and the integration of the Alans were deep. We know for sure that also the Alans adopted the Arian creed, abandonig a primitive form of paganism which consisted in the adoration of one war god, very similar to the Roman Mars. The Alans were very important for the composition of the Vandal army, especially for the chivalry, considering that they were qualified horsemen and horse breeders, thanks to their origins in the steppes. 
We know different names of Alans thanks to the tomb epigraphs in Tebessa, Tipasa and Ammaedara, like we know the names of some Suebi, even if less than the previous ones because the Suebi which followed the Vandals in their migrations after the battles in the Galicia were fewer and especially slaves or liberti
With the arrival in the African land, the Vandals also assimilated a local ethnic component, the Mauri tribes, which started to fight with them against the Romans, which imposed huge taxes to the native people.

In a next article I would like to speak about the Visigoths, that many times entered in contact with the Vandals and with them they were among the main protagonists of the historical period that saw the fall of the Western Roman Empire and the beginning of different Barbarian kingdoms.
 







Commenti

Thanks for your support!

Post popolari in questo blog

La vestizione del cavaliere in Erec e Enide - Letteratura medievale

  Erec e Enide è uno dei romanzi del celebre scrittore medievale Chrétien de Troyes, misteriosa figura che non ha un'origine nota: forse un chierico, forse un araldo d'armi, quel che è certo è che fu un esperto dell'arte bellica medievale. Questo è testimoniato non solo dalle descrizione di armi, armature scudi nei suoi romanzi, anzi, la sua narrazione no n si limita a questo. Gli scontri, i duelli e le battaglie ai quali i suoi personaggi partecipano acquisiscono, attraverso la sua penna, una dinamicità che li rende unici nel suo genere, una verosimiglianza (seppur a tratti esacerbata ed amplificata per rendere ancor più epiche le vicende) che può essere trasmessa nella narrazione solo da chi era avvezzo a questo genere di scontri, o perlomeno molto appassionato ed affascinato da questi ultimi. Possiamo quindi ben affermare che Chrétien se ne intendeva di tutto quel comparto bellico che spesso oggi, purtroppo, sintetizziamo in un'unica figura, quella del cavaliere, fi...

Licantropia - il libro dei lupi mannari

 In questa nuova serie di articoli l'interesse sarà incentrato sull'aspetto folkloristico, mitologico e leggendario della Licantropia e, in generale, sulla figura del lupo mannaro. Il lupo mannaro (in inglese werewolf, dall'inglese antico werwulf , wer -, uomo, e - wulf , lupo) è una creatura fantastica da sempre presente nell'immaginario dell'uomo. Ogni popolazione dell'Europa ha sempre temuto il lupo, pericoloso animale per i greggi ma anche, soprattutto se radunati in branchi, per gli stessi uomini. Il timore reverenziale che fin dagli albori dell'uomo nacque nei confronti del lupo iniziò a farsi strada nella fantasia e nell'immaginazione, e col tempo sempre più leggende e credenze popolari legate alla figura del lupo nacquero in ogni parte d'Europa. Questo processo era già presente ben prima del Medioevo, che come sappiamo è un grande calderone per le leggende popolari: infatti, attestazioni di leggende e credenze sovrannaturali sui lupi e, in pa...

I Balestrieri genovesi - La Balestra

Tra i molteplici soldati medievali che fecero della loro abilità nelle arti belliche un motivo di vanto e pregio, troviamo sicuramente, in ambito italico, i balestrieri genovesi. Questi soldati della Serenissima Repubblica di Genova erano conosciuti e rinomati in tutta Europa, e ben più di una volta furono impiegati in battaglie durante tutto il Basso Medioevo, anche se la loro importanza fu maggiore solo dal XII secolo; tuttavia, furono attivi ben oltre il periodo medievale, addirittura fino al XVI secolo e sempre riconosciuti per la loro abilità, seppur fortemente messi in ombra dalla scoperta della polvere da sparo e dall'avvento di archibugi e moschetti. In questo primo post riguardo i balestrieri genovesi è opportuno parlare dell'arma che li rese celebri: la balestra. Troviamo esempi di balestra già in epoca romana, che tuttavia era detta balista ed era un'enorme macchina d'assedio utilizzata per scagliare sassi o frecce ben più grandi di quelle delle balestre. La ...