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Filologia - Vandali: origine, storia, migrazioni

 Tra i popoli barbari che rappresentarono un fattore di decadenza dell'Impero Romano d'Occidente, i vandali non furono soltanto un gruppo etnico che sfruttò la fragilità della civiltà latina per integrarsi in Europa meridionale, ma anche il popolo germanico che più si spinse a sud, fino alle coste del Mediterraneo, arrivando addirittura in Africa; per questa ragione, il mare verrà denominato, dalle altre popolazioni germaniche, Wentilseo o Wendelsae, il mare dei vandali. Le massicce migrazioni influirono molto sulla componente sociale e culturale della popolazione, che ricevette una forte romanizzazione: basti pensare al generale romano di origini vandale, Flavio Stilicone. Questo perché i vandali tentarono una loro integrazione nel sistema economico e culturale romano, diventando spesso foederati dell'Impero. Tuttavia, il gruppo etnico sotto il nome dei vandali ebbe una composizione molto variabile nei vari secoli della loro storia, mutamenti che influenzarono anche la loro lingua, che appartiene alla famiglia linguistica germanica, in particolare al suo ramo orientale, come il gotico. 

Origine

La supposta origine scandinava dei vandali, ispirata dal toponimo Vendel in Svezia, fu più recentemente sostituita dagli studiosi con un'origine continentale, in particolare tra i fiumi Oder e Vistola, dove erano installati nei secoli I e II d.C., oppure in Polonia. In questi secoli la popolazione era divisa in due etnie principali: i vandali asdingi, che vivevano in Pannonia e nella valle del fiume Tibisco, ed i vandali silingi, situati più a nord, autori del toponimo Silesia. Si suppone che questa dicotomia sia dovuta al nome di due leggendarie figure, due duces wandalorum delle origini, Ambri e Assi, mitici progenitori del popolo che hanno corrispondenti anche tra altre popolazioni (Ibor e Aio per i longobardi, Hengist e Horsa per gli anglosassoni). Importante per la loro composizione etnica fu l'assimilazione degli alani, popolazione non germanica ma del ramo iraniano, originari della steppa ucraina, che si riveleranno fondamentali per la composizione del loro esercito, in particolare della cavalleria. 

Inizio delle migrazioni

I vandali, assieme ai loro alleati alani e svevi, altro popolo germanico, attraversando il fiume Reno, giunsero in Gallia nell'anno 401, dove però furono sconfitti dai Franchi nel 406, e si divisero temporaneamente. Si raggrupparono nuovamente nei primi anni del secolo V, attraversando i Pirenei occidentali e giungendo in Penisola Iberica. Seguendo il cammino romano, arrivarono fino alle coste atlantiche, installandosi in tutta la parte occidentale della penisola, in contrapposizione della parte orientale, che era influenzata dalla presenza dei Visigoti. In particolare i vandali silingi si stanziarono nella regione della Betica, gli alani in Lusitania meridionale, dove poterono allevare cavalli, alimentando la forza della cavalleria, gli asdingi in Galizia, nella parte della Meseta settentrionale, la zona più ricca, mentre gli svevi nella parte meridionale. 

Tuttavia, dopo pochi anni di stanziamento, silingi e alani vennero sconfitti dai visigoti, foederati dell'Impero romano; gli sconfitti vennero però accolti dagli asdingi in Galizia, formando una coalizione vandalo-alana così forte che il titolo dei re vandali divenne Rex vandalorum et alanorum. Questa alleanza diede la possibilità di sconfiggere gli svevi in Galizia, che terminarono di essere loro compagni a causa di una rottura di un patto sullo sfruttamento delle miniere galiziane; la distruzione degli svevi, tuttavia, venne scongiurata dall'intervento, nella battaglia, dei soldati romani di Asterio. 

Altro attacco che i vandali ricevono è negli anni 421-422, quando giunge in Penisola Iberica un nuovo esercito romano guidato dal magister militum Castino, che vuole risolvere il problema vandalo una volta per tutte. Inaspettatamente, le sue truppe federate, composte da visigoti, disertarono e questo significò il predominio militare dei vandali e della sconfitta romana; un predominio che si estendeva su quasi tutta la penisola, in particolare delle regioni meridionali. Fu proprio al sud che i vandali conquistarono una flotta romana che utilizzarono per attaccare, nel 425, le Isole Baleari, e nel 429, per attraversare il mar Mediterraneo ed arrivare in Africa, provincia romana florida seppur sguarnita di soldati imperiali. Secondo gli studi, i vandali a muoversi furono 80 mila, e circa 20 mila di loro erano soldati. 

Il Regno di Cartagine

Dopo una serie di conquiste militari in terra africana, che videro anche la presa della città di Ippona, si verificò una temporanea tregua con l'Impero romano, che concedette ai vandali il titolo di foederati e le terre africane ad habitandum. Tuttavia, il re vandalo Geiserico, approfittando dei problemi che i romani stavano avendo in Gallia a causa dei visigoti, attaccò la città di Cartagine, sotto il controllo romano, conquistandola senza molti problemi, nel 439. Questo perché la città era già in decadenza a causa di una classe aristocratica romana corrotta ed incapace, e l'invasione vandala venne vista dalla popolazione locale come una liberazione dai loro aguzzini e tassatori. Nel giro di una trentina d'anni, la Cartagine vandala si convertì in una vera e propria potenza, estendendo i propri domini non solo sulle terre africane; utilizzando la flotta locale, infatti, i vandali conquistano praticamente tutte le isole del Mediterraneo: Sicilia, Sardegna, Corsica e le le Isole Baleari, dove avevano già una base militare. In questi anni, i vandali sono una delle più grandi potenze militari d'Europa. Il culmine della loro forza si manifesta con il sacco di Roma del 455. Con la caduta dell'Impero romano d'Occidente, i vandali stringono anche alleanza con Odoacre, e con gli ostrogoti, quando il re vandalo Thrasamundo si sposa con la regina Amalafrida, figlia di Teodorico, alleanza che verrà rotta dal successore di Thrasamundo, Ilderico, che ucciderà Amalafrida

La guerra di riconquista e la fine del regno vandalo

Un colpo di stato organizzato dal vandalo Gelimero per deporre Ilderico causerà un vuoto di potere ed una debolezza che verranno sfruttare dai bizantini, l'Impero romano d'Oriente, decisi a riconquistare le terre africane perse un secolo prima. Il forte esercito romano guidato dal generale Belisario e composto da 16 mila soldati, dei quali 5 mila erano cavalieri ed arcieri, questa volta avrà la meglio sui vandali, soprattutto nella battaglia di Decimo, località vicino a Cartagine, il 13 settembre 533; alcuni dei soldati vandali verranno però re-integrati tra le fila romane. Per quanto riguarda l'aristocrazia vandala, invece, l'esilio è l'unica via: i nobili e Gelimero vengono esiliati in Galazia, in Anatolia centrale. Così termina il regno vandalo d'Africa, durato soltanto 104 anni.

Terminano così le vicende storiche dei vandali; in un prossimo articolo parlerò della loro società e della loro cultura, che incarna in parte la loro provenienza germanica, ma che è caratterizzata dai forti influssi romani che ricevette a seguito dei numerosi contatti con l'Impero, e della loro permanenza in terra africana. 



Among the barbarian peoples that represented a factor of perish for the Western Roman Empire, the Vandals were not only an ethnic group that exploited the weakness of the latin civilization in order to claim territories in Eastern Europe, but also the germanic people which travelled more southwards, reaching the Mediterranean sea, crossing it and landing in Africa; for this reason, the sea will be called, among the other germanic people, Wentilseo o Wendelsea, the sea of the Vandals. The huge migrations  affected a lot the composition of their society and culture, recieving a strong romanization: the main example was the roman general of Vandal's birth, Flavius Stilicho. That's because the Vandals tried to integrate themselves in the economic and cultural system of the Romans,  becoming, in some occasions, foederati of the Empire. However, the group under the name of Vandals was very various during the centuries of their history; different changes occured, affecting also their languge that, like the idiom of the Goths, belongs to the oriental branch of the germanic languages.

Origin

The first supposition assigned their origin in Sweden, for the toponym Vendel; however, the experts recently preferred the choice of a more continental origin, more precisely among the river Oder and Vistula, or in Poland, where they lived in the 1st and 2nd b.C. In this period the population was divided into two mains social groups: the Hasdingi, allocated in Pannonia and in the vale of river Tisza, and the Silingi, more in the north, probably authors of the toponym Silesia. The suppositon to this dichotomy is assigned to the legendary figures of two duces wandalorum, Ambri and Assi, known to be the acestors of the Vandals and corresponding to mythical progenitors of other germanic peoples (Ibor and Aio for the Longobards, Hengist and Horsa for the Anglosaxons). Important for their ethnic composition was the assimilation of the Alans, not a germanic people but an iranian one, from the steppes of Ukraine, which became fundamental for the strength of the Vandal's chivalry.

Beginning of the migrations

The Vandals, with their allies Alans and Suebi, another germanic people, crossing the river Rhine, arrived in Gaul in the year 401, where they were defeated by the Franks and they had to split for a period of time, in 406. Grouping again in the first years of the 5th century, crossing the Pyrenees and arriving in the Iberian Peninsula. Following the Roman route, they arrived until the Atlantic coast, allocating themselves in all the western part of the peninsula, in opposition to the eastern part, affected by the presence of the Visigoths. In particular, the Silingi started to live in the region of Betica, the Alans in southern Lusitania, where they could breed horses, increasing the power of the chivalry; the Hasdingi in Galicia, in the northern meseta, the richest territory, and the Suebi in southern part of the region.

However, after few years of allocation, Silingi and Alans were defeated by the Visigoths, foederati of the Roman Empire; the defeated ones were welcomed in Galica were they formed with the Hasdingi a so strong coalition that the title of the future kings of Vandals would be Rex Vandalorum et Alanorum. This alliance offered the possibility of attacking the Suebi, which they were no longer friends because of the rupture of a pact about the exploitation of the mines of Galicia; however, the Suebi were not completely destroyed because of a intervention, in the battle, of the Roman soldiers of Asterius.

Another attack that the Vandals recieved was in the years 421-422, when a new Roman army came into the peninsula, guided by the magister militum Castinus who wanted to erase the Vandals' problem once and for all. Unexpectedly, their federated troops, composed by Visigoths, deserted and this signified the dominance of the Vandals in almost all the Iberic Peninsula, specially of the southern regions. Right in the South the Vandals collected a Roman fleet that they used to attack, in 425, the Balearic Islands and, in 429, to cross the Mediterrenean Sea in order to reach Africa, Roman province that was rich but with few military troops. According to the studies, 80 thousands Vandals moved in this migration, and 20 thousands of them were soldiers. 

The kingdom of Carthage

After some military conquests in the African territory, which included also the holdfast of the city of Hippo, a temporary truce with the Roman Empire occurred, that assigned to the Vandals the title of foederati and the African lands ad habitandum. However, the king of the Vandals, Gaiseric, taking advantage of the problems that the Romans were experiencing in Gaul with the Visigoths, attacked the city of Carthage, under the Roman dominion, taking it without many problems, in 439. That's because the city was already decadent, with a Roman aristocracy corrupted and inept, and the Vandals' invasion was seen, by the local folks, like a liberation from the oppression and the taxes of Rome. In 30 years, the city of Carthage, under the Vandals' control, became a real power, enlarging its dominions not only on the African lands; using a local fleet, the barbarians took the predominance also on the Mediterranean Sea, conquering almost all the isles: Sicily, Sardinia, Corsica and the Balearic Islands, where they already had a naval base. In those years, the Vandals were one of the biggest military powers all over Europe. The apex of their strength was demonstrated by the sack of Rome in 455. With the fell of the Western Roman Empire, the Vandals made an alliance also with Odoacer, and with the Ostrogoths, when the Vandal king Thrasamundus married the queen of the Ostrogoths, Amalafrida, Theodemir's daughter, alliance that the successor of Thrasamundus, Hilderic, will brake, killing the queen.

The war of reconquest and the end of the kingdom of the Vandals

The coup d'etat organized by the Vandal Gelimer in order to dethrone Hilderic caused a lack of power and a weakness spotted by the Byzantines, the Eastern Roman Empire, which wanted to reconquer the African lands lost almost a century before. The strong Roman army guided by the general Belisarius and composed by 16 thousands men, of which 5 thousands were horsemen and archers, this time will defeat the Vandals, especially in the battle of Decimo, location near Carthage, on Semptember 13, 533; many of the Vandals' soldiers will be integrated among the Roman troops. But for the Vandalic aristocracy, the only choice was the exile: the nobles and Gelimer were exiled in Galatia, in central Anatolia. In this way ended the kingdom of the Vandals of Africa, only after 104 years of dominion.

This is the end of the historical facts linked to the people of the Vandals; in a future post I would like to speak about their society and culture, which embody in part their germanic origin, but that they are also characterized by strong Roman influences received by the numerous contacts with the Empire, and by their allocation in the African province.





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