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Filologia - Visigoti: religione e cultura

 Dopo aver trattato, in un precedente post sul blog, il percorso storico dei goti (ostrogoti, ma in particolare dei visigoti) in questo nuovo articolo vorrei parlare della società e cultura gotica, soffermandomi inoltre sulla loro lingua. Se vi siete persi il precedente articolo riguardante la storia gotica, vi consiglio di visionare il blog per dargli un'occhiata. Grazie e buona lettura.

Religione precristiana

Nonostante non abbiamo numerosi dati riguardo la fede precristiana dei goti, questa si associa generalmente al paganesimo germanico, anche se bisogna ammettere che esistevano alcune differenze, seppur minime, da popolo a popolo. Oltre ai grandi dei della mitologia germanica (Wodan, l'Odino scandinavo, Donar, ossia Thor, Tyr, divinità della guerra che Tacito paragona al romano Marte) un importante culto era rappresentato dalla Natura; quasi tutti gli elementi naturali (gli alberi, la terra, la luna, i fiumi) venivano venerati e sacralizzati. L'archeologia ha permesso inoltre di rinvenire oggetti goti di uso comune con rune incise, simboli mistici che riconducono sicuramente al culto di Wodan/Odino; religione gotica precristiana molto simile a quella scandinava che prevedeva anche sacrifici, talvolta umani, tramite pratiche crudeli. Inoltre i goti consideravano i loro capi, in particolare la prestigiosa dinastia degli Amali, semidei imparentati con le divinità principali. 

Arianesimo

A metà del IV secolo iniziarono le prime conversioni al cristianesimo ariano, soprattutto nella zona intorno al Danubio. Durante il regno di Alarico, il sovrano e i suoi sudditi sono ariani; per quanto riguardo i gruppi iranici della steppa (unni, alani) integrati ai visigoti, non sappiamo se adottarono la religione ariana o se, al contrario, influenzarono in qualche maniera i goti. Degli alani si sa solamente che non tenevano molto in considerazione la religione, e veneravano un'unica divinità della guerra molto simile a Marte. Da tenere a mente che i goti conobbero anche il paganesimo romano, dal quale avrebbero potuto trarre ispirazione. 

L'Arianesimo era una corrente eretica del cristianesimo, fondata da sacerdote Ario, morto nei pressi di Costantinopoli intono al 336 d.C. La dottrina rifiutava la Santissima Trinità, affermando che Dio era unico e il Figlio era inferiore al Padre. Al di là della questione religiosa, l'Arianesimo ricevette molto successo tra i goti e altre popolazioni germaniche, come i vandali, per una motivazione razziale, di differenziazione: i germani volevano differenziarsi dalla romanità cattolica. L'Arianesimo fu molto importante per l'etnogenesi di ostrogoti, visigoti e vandali. La diffusione di questa corrente religiosa fu di molto amplificata dal lavoro di Wulfila, importante vescovo ariano che, perseguitato dai goti di Aorico nel 347/348, si rifugiò in territorio imperiale dove reclutò un numeroso clero ariano per convertire i goti. Fondamentale per la propagazione del cristianesimo ariano è la sua traduzione di una Bibbia greca ariana in gotico, che sarà trascritta molte altre volte in futuro. La lingua gotica non aveva una forma scritta, perciò Wulfila dovette creare un alfabeto nuovo - ispirandosi alle lettere greche, runiche e latine - di 27 segni, dei quali 25 hanno un valore fonetico e numerico, mentre 2 solo numerico.

Tuttavia, tutte le testimonianze manoscritte sono originarie del secolo VI, dell'area ostrogota. I papiri di Ravenna, manoscritti di documenti notarili che riportano la data dell'anno 541, sono in lingua e grafia gotiche, molto simili a quelle della Bibbia di Wulfila. Sono documenti molto importanti perché provano che la lingua utilizzata da Wulfila e i suoi adepti, il gotico biblico, si mantenne uguale per secoli, in differenti luoghi e anche per testi non religiosi; si può affermare che Wulfila creò lo standard scritto della lingua gotica. 

Le città dei goti

Tolosa fu la prima grande capitale dei visigoti, e si trovava (e si trova tuttora) in un luogo strategico per la gestione dei territori galli e per l'avanzata in Hispania. Durante il periodo visigoto, possedeva un ampio palazzo dove i re potevano ricevere ambasciatori, e dove si conservava il tesoro dei visigoti, con ricchezze saccheggiate a Gerusalemme e a Roma da Alarico I.

Altra importante città visigota fu Toledo, in Spagna; città tanto ricca durante il VI e VII secolo che era considerata il centro più splendido ed influente dopo Costantinopoli. Il regno visigoto di Toledo sorse dopo la sconfitta visigota contro i franchi a Vouillé (507) che forzò i tervingi a spostarsi in Hispania abbandonando le province galle e ponendo fine al regno di Tolosa. Durante la battaglia, le truppe franche, guidate da Clodoveo, contavano 30mila fanti e 10mila cavalieri, mentre le forze visigote sono sconosciute, ma superiori a quelle nemiche. Tuttavia, la morte del re Alarico II provocò lo sbando delle truppe, che nonostante la superiorità numerica furono sottomesse. Comunque, il regno toledano, dopo aver abbandonato l'Arianesimo nel 589 optando per il cattolicesimo, resisterà ancora a lungo, fino al 711, anno dell'invasione musulmana della Penisola Iberica. La Toledo visigota era una città meravigliosa, poiché i re goti applicarono il modello della imitatio imperii, con una forte influenza romana imitarono le capitali imperiali. Tra le sue mura si trovavano edifici di carattere politico come il palazzo, religiosi come la basilica e altri con funzioni civili. 

Lingua e influenze linguistiche

La lingua dei goti influenzò prepotentemente il latino; queste influenze passarono poi alle lingue romanze, generando termini della lingua derivati proprio da quelle parole che i goti usavano: ve ne sono nello spagnolo, nel francese, nel portoghese ma anche nell'italiano. Nella cultura e nella lingua romana, quindi iniziarono a subentrare diversi termini gotici, di diversi ambiti  tipologie. 

La guerra e l'ambito militare, ad esempio, furono un veicolo importante delle influenze linguistiche. Le provincie occidentali dell'Impero furono il luogo di numerosi contatti linguistici tra latino e gotico soprattutto grazie ai mercenari goti accolti nell'esercito romano dopo la battaglia di Adrianopoli (378). La composizione delle truppe ricevette una radicale trasformazione, per questo, molti termini latini decaddero, divennero desueti, lasciando spazio a parole gote che i mercenari, con i loro spostamenti, diffusero a tutta la romanità occidentale, i territori dove attualmente si parla una lingua romanza: le regioni romanze alpine, in Italia, in Francia (soprattutto meridionale) e in Penisola Iberica.

- Harjis, parola che significa "esercito", ha un derivato, haribairg, "il rifugio, il riparo dell'esercito", che provocò la nascita della parola italiana e spagnola "albergo", oggi utilizzata per indicare una struttura dove alloggiare, come anche lo spagnolo "abrigo", ossia rifugio.

-Garedan, "fare provviste" del gotico, venne accolto nel latino con un prefisso, generando conredare, che permane nelle lingue romanze: in italiano come "preparare" e in spagnolo come "correar", ossia coltivare la terra. 

-Gahlaiba, "colui che condivide il pane" si trasferì nel latino come companio, che conobbe una diffusione enorme nelle lingue romanze: "compañero" in spagnolo, "compagno" in italiano.

- Il latino signum, che indicava l'insegna militare, fu sostituito da bandwa: in gotico la parola indiava "il segno", senza alcuna accezione militare; tuttavia, i soldati goti iniziarono ad utilizzarlo per chiamare l'insegna con un termine della loro lingua. La latinizzazione in bandum si risolse nell'italiano "bandiera" e nello spagnolo "bandera". La formazione del plurale, banda, iniziò anche a rappresentare i soldati raccolti intorno alla bandiera, e questa connotazione di gruppo si mantiene nella modernità di varie lingue: "banda" per indicare un gruppo di persone o un'organizzazione in italiano, provenzale e spagnolo.

-Wardja sostituisce il latino excubiae, vigilae, e subisce pure una flessione (wardianem, wardianum) conservandosi nella zona romanza: "guardia" e "guardiano" in italiano, "guardia" e "guardián" in spagnolo, "guardiao" in portoghese.

-Gli exploratores latini vengono sostituiti dal gotico spaíha ("spia" in italiano, "espía" in spagnolo, catalano e portoghese, "espie" in francese).

-Hilms che sostituisce il latino cassis o galea, per indicare l'elmo dei soldati, rimanendo poi come termine delle lingue romanze. Da sottolineare che i germani non portavano elmi in battaglia: gli vennero forniti dalle truppe romane.

- Randa, termine gotico per indicare il bordo dello scudo, sopravvive con il significato di "bordo" in catalano e di "orlo" in castigliano.

Da notare come tutti questi termini entrarono nel latino già dopo il 378 per opera dei mercenari goti, all'epoca di visigoti e ostrogoti queste parole erano già inserite nella lingua latina e le due etnie ne aumentarono di sicuro l'utilizzo. Di grande spicco per la diffusione del gotico fu però soprattutto il regno ostrogoto di Teodorico il Grande; la riunificazione di tutti i goti da lui operata favorì, in Provenza, Garonna, Penisola Italica e Penisola Iberica la formazione di un superstrato culturale e linguistico in cui le influenze visigote e ostrogote si confondono senza possibilità di distinzione. 

Non dimentichiamo che il regno di Teodorico il Grande, a discapito del comune pregiudizio che i germani avessero terminato la cultura latina per sempre, fu il fulcro di una forte attività letteraria: il raggruppamento ostro-visigoto  creò le condizioni adatte per una ripresa economica, sociale e culturale che favorì la fioritura dell'ultima poesia latina, con Cassiodoro e Boezio, proprio quel Boezio che è considerato il padre dell'allegoria, figura retorica di personificazione di un concetto astratto, che egli usa per primo nella sua Consolazione della Filosofia, personificando l'arte intellettuale con la figura di una bellissima donna che consola l'autore durante la sua segregazione. L'allegoria, nata sotto il regno di Teodorico il Grande, sarà la protagonista indiscussa di numerose composizioni per tutta l'epoca medievale.

Altre parole di origine gotica sono: saipo, che muta in sapone; reiks, che diventa ricco; triggwa, ossia tregua; sal, ossia sala.


Abbiamo preso visione degli aspetti salienti della cultura, religione e lingua gotiche, cercando di fare luce su un popolo che fu di fondamentale importanza per la formazione dell'Europa: i goti sono il popolo germanico che più influì nella caduta dell'Impero romano e i regni barbarici da loro creati gettano le prime basi verso il Medioevo; in questo, come anche per quanto riguarda gli apporti linguistici nel latino, i goti sono secondi solo a franchi e longobardi, che apporteranno termini fondamentali per le lingue romanze, ma solo in un periodo successivo al dominio gotico. 


Uno scorcio di Toledo.




Commenti

  1. Per tutti i popoli barbari, che volevano entrare nell'Impero Romano come cittadini, e non come invasori, la conversione al cristianesimo era una specie di passaporto per quella che all'epoca era una specie di America.
    Gli imperatori, che lo avevano capito benissimo, utilizzarono la conversione come mezzo di assimilazione e di controllo. Inviavano quindi preso di loro dei missionari, che erano allo stesso tempo degli ambasciatori dell'impero, per quest'opera contemporaneamente diplomatica e religiosa.
    Ma a questo punto succede un incidente.
    Poiché all'epoca il vero capo della Chiesa cristiana era l'imperatore, che convocava e presiedeva i concili, e decideva che cos'è ortodossia e cos'è eresia, se l'imperatore era cattolico, la religione imperiale era il cristianesimo cattolico, se l'imperatore era ariano, la religione imperiale era il cristianesimo ariano.
    Dal 338 al 341 è patriarca di Costantinopoli Eusebio di Nicomedia, che aveva battezzato in punto di morte Costantino il Grande, ed è sostenuto da Costanzo II, che in polemica col fratello Costante, sovrano dell'Occidente, era sostenitore dell'arianesimo. Quindi il nostro Wulfila viene incaricato da Eusebio di diffondere il cristianesimo ariano, che è in quel momento la religione imperiale, per lo meno della sua parte orientale.
    In seguito i Goti, che fra tutte le popolazioni germaniche erano i più civilizzati, diffusero il cristianesimo ariano presso i vicini, tra cui i longobardi. Ci volle un po' perché si accorgessero che il mondo cristiano era diviso in due grandi Chiese (più altre minori), e che loro si erano iscritti a quella sbagliata - sbagliata nel senso che li metteva in contrasto con la chiesa imperiale, dove ben presto l'arianesimo fu bandito.
    La traduzione della Bibbia in gotico (cioè della Bibbia usata da tutta la tradizione cristiana, ovviamente: non ho mai sentito parlare di una "Bibbia ariana") fu sicuramente un'operazione culturale straordinaria; si trattava non solo di una "traduzione", cioè del trasporto di concetti da un vocabolo della prima lingua al vocabolo corrispondente nella seconda lingua, poiché ovviamente la lingua gotica questi vocaboli non li aveva. Come tutti i traduttori che nel corso della storia si sono trovati di fronte a questo problema, ha dovuto volta per volta fare una scelta tra la traduzione "a senso", l'adattamento di vocaboli già esistenti nella lingua di destinazione a significati nuovi, e infine la costruzione di nuovi vocaboli con l'uso di materiale greco (e talvolta latino).
    Millecinquecento anni prima della moderna linguistica comparativa e dell'analisi fonologica, ha dovuto inoltre costruirsi un alfabeto, adattando ad un sistema fonologico molto diverso le lettere dell'alfabeto greco (integrate con alcuni segni runici): operazione pionieristica, sulla quale purtroppo non abbiamo altre informazioni, e che rimase senza seguito.
    Non sappiamo per quanto tempo sia durato l'uso liturgico della lingua gotica; sicuramente, al momento del trionfo del cattolicesimo, essa era condannata, come tutto quello che anche lontanamente puzzava di eresia. La lingua gotica oggi ci è nota quasi esclusivamente attraverso questi testi, che o sono opera di Wulfila, o dei suoi continuatori. Con la conversione al cattolicesimo, tutti i popoli germanici cominciarono ad usare, come lingua scritta, il latino, e le lingue germaniche ebbero un'espressione scritta solo parecchi secoli dopo, quando ormai il gotico era estinto.
    Questo straordinario intellettuale è stato totalmente dimenticato, fino alla riscoperta in tempi recentissimi, e il suo lavoro pionieristico disperso.

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    1. Grazie per il commento. L'importanza del nostro lupetto, Wulfila, è veramente grande per la glottologia e linguistica, e la sua traduzione della Bibbia è forse l'elemento più importante per studiare le lingue germaniche del ramo orientale, oggi estinte, di cui faceva parte il gotico.
      Mi farebbe piacere se ti iscrivessi al blog,per ricevere altri tuoi commenti in futuro.

      Elimina

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