Passa ai contenuti principali

Translate

Follow the blog to support us! Segui il blog per supportarci!

Computo degli anni - Calendario: storia del calendario


Ecco una panoramica dell'evoluzione del calendario e del computo degli anni nelle varie epoche e civiltà, a cura del Magister.
Attualmente l’Anno Civile è di 365 giorni mentre l’Anno Solare è stato calcolato di 365 giorni, 5 ore, 48 minuti e 45 secondi - secondo più, secondo meno - e l'anno inizia col 1° gennaio ed esiste l’anno bisestile per il recupero parziale della differenza. Ma non è stato sempre così. Dei Calendari antichi è degno di nota quello Egizio dove la durata dell’anno era di 365 giorni con 12 mesi di 30 giorni più 5 giorni complementari.

Ai tempi di Romolo (171 - 713 a.C.) l’anno era di 304 giorni con 10 mesi dei quali 6 di 30 giorni e 4 di 31 giorni e l’anno iniziava a Marzo, ma in questo modo si aveva uno scivolamento delle stagioni rispetto al calendario civile; la leggenda vuole che il re sacerdote Numa Pompilio (715 - 673 a.C.) introducesse altri due mesi portando l’anno a 355 giorni (equivalente ad un anno lunare che è di 354 giorni, 8 ore, 48 minuti e 26 secondi) ma anche così si verificava un nuovo scivolamento, si tentò provando ad aggiungere ogni due anni un 13 mese alternativamente di 22 e 23 giorni. Problema comunque non risolto!

Il 46 a.C. è l'anno della riforma di Giulio Cesare (100-44 a.C.): si decide che l’anno 46 a.C. sia di 445 giorni, pio l’anno sarà di 365 giorni con i mesi alternativamente di 31 e 30 giorni escluso Febbraio di 29 e ogni 4 anni un anno di 366 dove febbraio era di 30 giorni con Gennaio primo mese. Dal 44 a.C. iniziarono gli errori, inserendo l’anno bisestile ogni tre anni e non quattro; il tutto fu corretto l’8 a.C. da Augusto che fece saltare i successivi 3 anni bisestili, quello stesso anno il senato decise di cambiare il nome al mese Sextilis in Augustus portandolo a 31 giorni come Julius il mese dedicato a Giulio Cesare e per recuperare febbraio da 29 a 28 giorni. Esisteva comunque un divario di un giorno intero in circa 128 anni, o di circa tre giorni in 400 anni.

Intanto sorse un altro problema : il primo Concilio di Nicea 325 ha stabilito che la Pasqua cristiana doveva essere celebrata la prima domenica dopo la prima luna piena della primavera (quest'ultimo per la Chiesa cade sempre convenzionalmente il 21 marzo, sebbene l'equinozio astronomico oscilli tra il 19 e il 21). Con l’affermarsi del Cristianesimo in Occidente si cercò una soluzione a questo ulteriore slittamento, e da ciò derivò la riforma attuata nel 1582 da papa Gregorio XIII, dietro proposta di una Commissione ai cui lavori diedero un contributo decisivo il medico calabrese Aloysius Lilius (o Luigi Giglio o Luigi Lilio), il matematico gesuita Christopher Clavius e il matematico perugino Padre Ignazio (al secolo Carlo Pellegrino Danti).

Un inciso: prima della Riforma Gregoriana quando iniziava il Nuovo Anno? Dipendeva dai calendari. Per la Cancelleria del re di Francia, ad esempio, cominciava il 1° marzo; in Inghilterra, Germania e alcune regioni francesi il primo giorno era il 25 dicembre; altrove era il 25 marzo festa dell'Annunciazione. Nel mondo bizantino, poi, era il 1° settembre mentre per Roma l'anno cominciava a Pasqua, vale a dire in un giorno che cambiava di continuo ed era divenuto impreciso per lo “slittamento”. Con tale riforma, che fu detta gregoriana (e diede il via al Calendario Gregoriano), si stabilì che dovessero essere comuni (anziché bisestili) quegli anni secolari che non fossero divisibili per 400. Si stabili anche che l’inizio dell’anno doveva essere spostato al 1 Gennaio.

Quindi, in definitiva, rimangono bisestili tutti gli anni non terminanti con due zeri e divisibili per 4, e quegli anni terminanti con due zeri ma divisibili per 400. Dalla data della riforma a oggi, dunque, fu bisestile l'anno 1600, non lo furono gli anni secolari 1700, 1800 e 1900, mentre lo è stato il 2000. La prima conseguenza fu che nel 1582 il giorno 5 Ottobre divenne improvvisamente il 15 Ottobre, saltando così 10 giorni, per riallineare il calendario all’anno solare. Non è stato comunque risolto perfettamente il problema perché ancora oggi esiste la differenza di un giorno e rotti dopo circa 30 secoli, o meglio, di tre giorni ogni 10000 anni.

Il calendario gregoriano fu accettato successivamente, anche se gradualmente, dalla maggior parte degli stati civili: in un primo tempo dagli stati con popolazione cattolica (fra il 1582 e il 1584), poi da quelli a popolazione protestante. In Germania entrò in vigore parzialmente nel 1700 e definitivamente nel 1775, in Gran Bretagna nel 1752, in Svezia nel 1753. In altri paesi, tra cui quelli a religione ortodossa, il calendario giuliano è rimasto in vigore fino ai primi decenni del XX secolo. Il governo rivoluzionario russo adottò il calendario gregoriano nel 1918. Il Giappone vi aveva già aderito nel 1873, la Cina nel 1812 (ma in modo completo solo nel 1949). Anche le chiese ortodosse (ad eccezione di quelle di Russia, di Serbia e di Gerusalemme, che hanno mantenuto il calendario giuliano) hanno peraltro adottato un calendario riformato, in cui risultano bisestili, fra gli anni secolari, solo quelli il cui millesimo, diviso per 9, dia per resto 2 oppure 6. In pratica, diventa bisestile un anno secolare ogni 4 o 5. La maggioranza degli ortodossi ha però mantenuto il vecchio metodo di calcolo del giorno di Pasqua. Fa eccezione la chiesa ortodossa di Finlandia, che ha aderito completamente al calendario gregoriano.

Grazie per l'attenzione e per la lettura. Se hai trovato interessante questo articolo, potresti prendere in considerazione l'idea di una donazione al blog: sarebbe veramente molto apprezzata e aiuterebbe a portare contenuti ancor più interessanti e di qualità. Per gli iscritti c'è anche la possibilità di richiedere articoli su un determinato argomento: cercheremo di soddisfare le vostre richieste. Grazie e al prossimo articolo!




Commenti

Thanks for your support!

Post popolari in questo blog

La vestizione del cavaliere in Erec e Enide - Letteratura medievale

  Erec e Enide è uno dei romanzi del celebre scrittore medievale Chrétien de Troyes, misteriosa figura che non ha un'origine nota: forse un chierico, forse un araldo d'armi, quel che è certo è che fu un esperto dell'arte bellica medievale. Questo è testimoniato non solo dalle descrizione di armi, armature scudi nei suoi romanzi, anzi, la sua narrazione no n si limita a questo. Gli scontri, i duelli e le battaglie ai quali i suoi personaggi partecipano acquisiscono, attraverso la sua penna, una dinamicità che li rende unici nel suo genere, una verosimiglianza (seppur a tratti esacerbata ed amplificata per rendere ancor più epiche le vicende) che può essere trasmessa nella narrazione solo da chi era avvezzo a questo genere di scontri, o perlomeno molto appassionato ed affascinato da questi ultimi. Possiamo quindi ben affermare che Chrétien se ne intendeva di tutto quel comparto bellico che spesso oggi, purtroppo, sintetizziamo in un'unica figura, quella del cavaliere, fi...

Licantropia - il libro dei lupi mannari

 In questa nuova serie di articoli l'interesse sarà incentrato sull'aspetto folkloristico, mitologico e leggendario della Licantropia e, in generale, sulla figura del lupo mannaro. Il lupo mannaro (in inglese werewolf, dall'inglese antico werwulf , wer -, uomo, e - wulf , lupo) è una creatura fantastica da sempre presente nell'immaginario dell'uomo. Ogni popolazione dell'Europa ha sempre temuto il lupo, pericoloso animale per i greggi ma anche, soprattutto se radunati in branchi, per gli stessi uomini. Il timore reverenziale che fin dagli albori dell'uomo nacque nei confronti del lupo iniziò a farsi strada nella fantasia e nell'immaginazione, e col tempo sempre più leggende e credenze popolari legate alla figura del lupo nacquero in ogni parte d'Europa. Questo processo era già presente ben prima del Medioevo, che come sappiamo è un grande calderone per le leggende popolari: infatti, attestazioni di leggende e credenze sovrannaturali sui lupi e, in pa...

I Balestrieri genovesi - La Balestra

Tra i molteplici soldati medievali che fecero della loro abilità nelle arti belliche un motivo di vanto e pregio, troviamo sicuramente, in ambito italico, i balestrieri genovesi. Questi soldati della Serenissima Repubblica di Genova erano conosciuti e rinomati in tutta Europa, e ben più di una volta furono impiegati in battaglie durante tutto il Basso Medioevo, anche se la loro importanza fu maggiore solo dal XII secolo; tuttavia, furono attivi ben oltre il periodo medievale, addirittura fino al XVI secolo e sempre riconosciuti per la loro abilità, seppur fortemente messi in ombra dalla scoperta della polvere da sparo e dall'avvento di archibugi e moschetti. In questo primo post riguardo i balestrieri genovesi è opportuno parlare dell'arma che li rese celebri: la balestra. Troviamo esempi di balestra già in epoca romana, che tuttavia era detta balista ed era un'enorme macchina d'assedio utilizzata per scagliare sassi o frecce ben più grandi di quelle delle balestre. La ...