In questa nuova rubrica del blog si cercherà di trattare alcuni aspetti, personaggi e avvenimenti delle varie mitologie del passato che particolarmente mi hanno affascinato e che ritengo interessanti e degni di essere menzionati, senza la presunzione di insegnare ma con l'intento di incuriosire il lettore che potrà poi informarsi, se lo desidera, più approfonditamente sugli argomenti trattati. Spero quindi di fornire spunti interessanti e una curiosa lettura.
Il primissimo argomento che vorrei trattare riguarda la mitologia norrena, ossia l'insieme di miti appartenenti alla cultura dei germani settentrionali, tutti quei popoli che vivevano nel Nord Europa ma che riduttivamente possiamo raggruppare in due tribù, i dani, che diedero il nome alla Danimarca, e gli svear, situati in Svezia. Ben conosciuti e popolarissimi sono al giorno d'oggi lo studio, la rievocazione e l'interesse per la loro mitologia, del cui pantheon fanno parte dei celeberrimi come Odino, Thor o Freyr, che sono entrati ormai nella cultura popolare e anche cinematografica.
Quel che noi conosciamo di questi miti per lo più scandinavi lo dobbiamo però a Snorri Sturluson, poeta e politico islandese che scrisse l'Edda (in prosa), un manuale per aspiranti poeti, ma non poeti qualsiasi, bensì gli scaldi, ossia i poeti della poesia scaldica, tipica delle zone scandinave durante il Medioevo, utilizzata in prevalenza per intrattenere re e nobili. È una poesia arzigogolata e complessa, ricca di espedienti poetici come le kenningar, frasi che vanno a sostituire un nome rendendo la composizione più pomposa e ricca. Senza entrare nei particolari, torniamo a Snorri: egli nel suo manuale, fornendo insegnamenti per i futuri aspiranti scaldi, parla anche di quelle storie e miti che fanno parte della mitologia norrena: ai suoi tempi la conversione al Cristianesimo era già avvenuta, ma si ricordano con piacere i vecchi miti che fanno parte della cultura del popolo.
Tra i vari dei e personaggi celebri dei miti, un "animale" che mi ha sempre incuriosito molto è Gullinbursti, mitico verro o cinghiale creato dalle fucine di due nani, Eitri e Brokk, che ne fecero dono al dio Freyr. Nonostante venne creato dagli strumenti dei nani il cinghiale è vivo, pur non essendo organico: ha infatti un possente corpo ricoperto di setole, ma non come quelle di un normale verro, bensì d'oro. È un dono strabiliante poiché questo animale è pressoché inarrestabile, visto che le setole che lo ricoprono generano una luce in grado di annullare qualsiasi oscurità. Si dice anche che fosse il destriero più veloce (ma non il più insolito, visto che Thor faceva trainare il suo carro da due caproni, simboli di fertilità e virilità) e che riuscisse a galoppare anche in cielo e in acqua. Un vero portento e un bel dono per Freyr, che gli fa trainare infatti il suo carro, lo stesso su cui il dio Baldr morirà.
Questo cinghiale della mitologia mi ha sempre molto affascinato poiché evoca fierezza e forza degne della divinità Freyr, affine al combattimento come anche alla natura. La figura del cinghiale è presente altre volte nella mitologia norrena: si nomina di nuovo Gullinbursti, o un altro simile a lui, come animale di Freya, e nel Valhalla i guerrieri possono cibarsi di un maiale o cinghiale, il quale ogni giorno rigenera le sue carni e permette agli uomini di nutrirsi di nuovo.
Spero di aver fornito qualche spunto interessante al lettore; prossimamente porterò altri aspetti interessanti delle antiche religioni del mondo, almeno quelle che più hanno suscitato curiosità in me. Grazie per la lettura.
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