Passa ai contenuti principali

Translate

Follow the blog to support us! Segui il blog per supportarci!

Mitologia Norrena - Gullinbursti 🐗

In questa nuova rubrica del blog si cercherà di trattare alcuni aspetti, personaggi e avvenimenti delle varie mitologie del passato che particolarmente mi hanno affascinato e che ritengo interessanti e degni di essere menzionati, senza la presunzione di insegnare ma con l'intento di incuriosire il lettore che potrà poi informarsi, se lo desidera, più approfonditamente sugli argomenti trattati. Spero quindi di fornire spunti interessanti e una curiosa lettura.

Il primissimo argomento che vorrei trattare riguarda la mitologia norrena, ossia l'insieme di miti appartenenti alla cultura dei germani settentrionali, tutti quei popoli che vivevano nel Nord Europa ma che riduttivamente possiamo raggruppare in due tribù, i dani, che diedero il nome alla Danimarca, e gli svear, situati in Svezia. Ben conosciuti e popolarissimi sono al giorno d'oggi lo studio, la rievocazione e l'interesse per la loro mitologia, del cui pantheon fanno parte dei celeberrimi come Odino, Thor o Freyr, che sono entrati ormai nella cultura popolare e anche cinematografica.
Quel che noi conosciamo di questi miti per lo più scandinavi lo dobbiamo però a Snorri Sturluson, poeta e politico islandese che scrisse l'Edda (in prosa), un manuale per aspiranti poeti, ma non poeti qualsiasi, bensì gli scaldi, ossia i poeti della poesia scaldica, tipica delle zone scandinave durante il Medioevo, utilizzata in prevalenza per intrattenere re e nobili. È una poesia arzigogolata e complessa, ricca di espedienti poetici come le kenningar, frasi che vanno a sostituire un nome rendendo la composizione più pomposa e ricca. Senza entrare nei particolari, torniamo a Snorri: egli nel suo manuale, fornendo insegnamenti per i futuri aspiranti scaldi, parla anche di quelle storie e miti che fanno parte della mitologia norrena: ai suoi tempi la conversione al Cristianesimo era già avvenuta, ma si ricordano con piacere i vecchi miti che fanno parte della cultura del popolo.
Tra i vari dei e personaggi celebri dei miti, un "animale" che mi ha sempre incuriosito molto è Gullinbursti, mitico verro o cinghiale creato dalle fucine di due nani, Eitri e Brokk, che ne fecero dono al dio Freyr. Nonostante venne creato dagli strumenti dei nani il cinghiale è vivo, pur non essendo organico: ha infatti un possente corpo ricoperto di setole, ma non come quelle di un normale verro, bensì d'oro. È un dono strabiliante poiché questo animale è pressoché inarrestabile, visto che le setole che lo ricoprono generano una luce in grado di annullare qualsiasi oscurità. Si dice anche che fosse il destriero più veloce (ma non il più insolito, visto che Thor faceva trainare il suo carro da due caproni, simboli di fertilità e virilità) e che riuscisse a galoppare anche in cielo e in acqua. Un vero portento e un bel dono per Freyr, che gli fa trainare infatti il suo carro, lo stesso su cui il dio Baldr morirà.
Questo cinghiale della mitologia mi ha sempre molto affascinato poiché evoca fierezza e forza degne della divinità Freyr, affine al combattimento come anche alla natura. La figura del cinghiale è presente altre volte nella mitologia norrena: si nomina di nuovo Gullinbursti, o un altro simile a lui, come animale di Freya, e nel Valhalla i guerrieri possono cibarsi di un maiale o cinghiale, il quale ogni giorno rigenera le sue carni e permette agli uomini di nutrirsi di nuovo.
Spero di aver fornito qualche spunto interessante al lettore; prossimamente porterò altri aspetti interessanti delle antiche religioni del mondo, almeno quelle che più hanno suscitato curiosità in me. Grazie per la lettura.



Commenti

Thanks for your support!

Post popolari in questo blog

Licantropia - il libro dei lupi mannari

 In questa nuova serie di articoli l'interesse sarà incentrato sull'aspetto folkloristico, mitologico e leggendario della Licantropia e, in generale, sulla figura del lupo mannaro. Il lupo mannaro (in inglese werewolf, dall'inglese antico werwulf , wer -, uomo, e - wulf , lupo) è una creatura fantastica da sempre presente nell'immaginario dell'uomo. Ogni popolazione dell'Europa ha sempre temuto il lupo, pericoloso animale per i greggi ma anche, soprattutto se radunati in branchi, per gli stessi uomini. Il timore reverenziale che fin dagli albori dell'uomo nacque nei confronti del lupo iniziò a farsi strada nella fantasia e nell'immaginazione, e col tempo sempre più leggende e credenze popolari legate alla figura del lupo nacquero in ogni parte d'Europa. Questo processo era già presente ben prima del Medioevo, che come sappiamo è un grande calderone per le leggende popolari: infatti, attestazioni di leggende e credenze sovrannaturali sui lupi e, in pa...

Ricette medievali: zuppa d'herbette e ceci e castagne - Medieval cuisine

Le ricette medievali, spesso, sono un argomento spinoso e difficili da emulare. Qui però il Magister ci fornisce alcuni interessanti dettagli e, per i più golosi, due particolari ricette da provare in cucina. Buona lettura! Ci sono giunti fino a noi diversi trattati di cucina, i più antichi del ‘200. Tuttavia, per la maggior parte, si tratta di manoscritti di grandi cuochi al servizio di re, nobili e grandi famiglie mercantili. Quindi si tratta, per la maggior parte, di ricette di grandi banchetti o piatti per ricche persone, poco riguardanti il popolo minuto. Altro problema riguarda la ricetta in sé, sono una sequenza di operazioni che il cuoco doveva fare, molto spesso incomplete e soprattutto senza le dosi degli alimenti o con dosi riferite a misure locali e diversificate da luogo a luogo. Capirete quindi la difficoltà nel proporre una ricetta da potersi preparare correttamente …. Noi con l’aiuto di diversi libri ci abbiamo provato. Menestra d’herbette   "Togli le foglia di...

La vestizione del cavaliere in Erec e Enide - Letteratura medievale

  Erec e Enide è uno dei romanzi del celebre scrittore medievale Chrétien de Troyes, misteriosa figura che non ha un'origine nota: forse un chierico, forse un araldo d'armi, quel che è certo è che fu un esperto dell'arte bellica medievale. Questo è testimoniato non solo dalle descrizione di armi, armature scudi nei suoi romanzi, anzi, la sua narrazione no n si limita a questo. Gli scontri, i duelli e le battaglie ai quali i suoi personaggi partecipano acquisiscono, attraverso la sua penna, una dinamicità che li rende unici nel suo genere, una verosimiglianza (seppur a tratti esacerbata ed amplificata per rendere ancor più epiche le vicende) che può essere trasmessa nella narrazione solo da chi era avvezzo a questo genere di scontri, o perlomeno molto appassionato ed affascinato da questi ultimi. Possiamo quindi ben affermare che Chrétien se ne intendeva di tutto quel comparto bellico che spesso oggi, purtroppo, sintetizziamo in un'unica figura, quella del cavaliere, fi...