Il 2 febbraio è comunemente ricordato come la ricorrenza della Candelora, festa della Presentazione al Tempio di Gesù, durante la quale tradizionalmente si benedicono candele, simbolo di Cristo e di luce; la festa era anticamente tenuta il 14 gennaio, ma l’imperatore romano Giustiniano la fece spostare al 2 febbraio per fornire una connotazione cristiana alle celebrazioni pagane che avvenivano in questo giorno. Erano le Lupercali, in cui i romani celebravano il dio Fauno, protettore del bestiame ovino e caprino; anche i celti facevano festa in questa data, celebrando l’Imbolic, che letteralmente significa “in grembo”, solennizzando la nascita degli agnellini che avveniva, secondo la tradizione contadina, in questo periodo. La nascita di nuovi capi era molto ben vista perché legata alla produzione di latte, formaggi e burro, prodotti alla base dell’alimentazione dei popoli europei. Era anche la festa della luce, in cui ci si auspicava la fine imminente dell’inverno ed il ritorno della primavera e della bella stagione, personificata dalla dea celtica Brigit, che in epoca cristiana diventò Santa Brigida, considerata, dopo San Patrizio, evangelizzatrice d’Irlanda. Nonostante la ricorrenza abbia assunto connotazioni cristiane, alcuni aspetti della simbologia permangono dai più remoti tempi pagani: il fuoco, usato dai celti per richiamare il ritorno del sole e del bel tempo, rimane nella cristianità sotto forma di candele, simbolo di calore e luce divina. Col neopaganesimo la tradizione celtica è stata ripresa, come molte alte celebrazioni durante l’anno, e in Irlanda, seppur fortemente cattolica, questo giorno viene ancora visto come l’inizio ufficiale della primavera.
Uno degli aspetti più interessanti della tradizione folkloristica piemontese e delle credenze popolari della regione è sicuramente la figura della strega. Figura mitica che è diffusa ampiamente nella tradizione e nell'immaginario europeo, la strega ha sempre avuto un posto in Piemonte: fin dal Medioevo, e per numerosi secoli fino ai giorni nostri, il popolo delle campagne ha tramandato dicerie su donne (ma in alcuni casi, anche uomini) che sapevano impiegare le arti diaboliche a loro favore. Ogni angolo del Piemonte rurale, infatti, pullula di leggende su streghe e stregoni, luoghi indicati come rifugi di diavoli o siti impiegati per i sabba, le messe diaboliche, ed improbabili racconti su eventi paranormali dovuti, a detta di queste voci popolari, alla presenza di Satana, convocato sulla Terra dalle sue profetesse, conosciute in Piemonte anche come Masche. Secondo la tradizione, le streghe sono presenti in Piemonte da secoli, anche se molte volte non si tratta di disneyane fattucc...
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