Il 2 febbraio è comunemente ricordato come la ricorrenza della Candelora, festa della Presentazione al Tempio di Gesù, durante la quale tradizionalmente si benedicono candele, simbolo di Cristo e di luce; la festa era anticamente tenuta il 14 gennaio, ma l’imperatore romano Giustiniano la fece spostare al 2 febbraio per fornire una connotazione cristiana alle celebrazioni pagane che avvenivano in questo giorno. Erano le Lupercali, in cui i romani celebravano il dio Fauno, protettore del bestiame ovino e caprino; anche i celti facevano festa in questa data, celebrando l’Imbolic, che letteralmente significa “in grembo”, solennizzando la nascita degli agnellini che avveniva, secondo la tradizione contadina, in questo periodo. La nascita di nuovi capi era molto ben vista perché legata alla produzione di latte, formaggi e burro, prodotti alla base dell’alimentazione dei popoli europei. Era anche la festa della luce, in cui ci si auspicava la fine imminente dell’inverno ed il ritorno della primavera e della bella stagione, personificata dalla dea celtica Brigit, che in epoca cristiana diventò Santa Brigida, considerata, dopo San Patrizio, evangelizzatrice d’Irlanda. Nonostante la ricorrenza abbia assunto connotazioni cristiane, alcuni aspetti della simbologia permangono dai più remoti tempi pagani: il fuoco, usato dai celti per richiamare il ritorno del sole e del bel tempo, rimane nella cristianità sotto forma di candele, simbolo di calore e luce divina. Col neopaganesimo la tradizione celtica è stata ripresa, come molte alte celebrazioni durante l’anno, e in Irlanda, seppur fortemente cattolica, questo giorno viene ancora visto come l’inizio ufficiale della primavera.
La guerra, in ogni epoca della storia dell'umanità, è stata una costante che, purtroppo, ha caratterizzato pressoché ogni civiltà. Nel Medioevo, il concetto di guerra non era ovviamente come quello attuale, ed il combattimento fisico, tramite l'ausilio di armi bianche, era il cuore di ogni forma di conflitto. Ovviamente, addestrare un cavaliere era altamente costoso, e prevedeva anni di addestramento, attrezzatura e conoscenze adeguate, per questo il cavaliere era nobile per definizione. Cominciarono così ad emergere diverse trattati militari, atti ad indicare le principali accortezze, tattiche, ma anche tecniche di combattimento e usanze da applicare in caso di conflitto, o anche in tempi di pace. Uno di questi è il Flos Duellatorum, considerato come uno dei primi trattati occidentali sull'arte del combattimento. Il manoscritto, redatto nell'Anno Domini 1410, in lingua volgare, riporta gli insegnamenti del maestro d'arme Fiore de' Liberi, originario di Premari
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