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Licantropia - Lupi mannari, mitologia norrena e... GOT?

 Prosegue l'analisi sulla licantropia ricalcando i passi di Sabine Baring-Gould. Buona lettura.

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Numerose attestazioni raccolte dallo studioso Baring-Gould nel suo libro "The Book of Werewolves" già trattato in un precedente articolo, ci portano nelle terre scandinave del Nord Europa, dove pare che la figura del lupo mannaro sia radicata nelle leggende e nel folklore da ancora prima che in Grecia e nel Peloponneso. 

Un primo elemento licantropo lo troviamo negli uomini detti eigi einhamir, ossia "non di una sola pelle", i quali, secondo la superstizione, potevano assumere una diversa forma corporea rispetto quella umana, adottando anche la natura dell'essere che diventavano. Ancora una volta vediamo come la licantropia sia molto labile, e possa comprendere come animale di destinazione non solo lupi ma anche altre bestie selvagge. 

Altra trasformazione, o meglio, transizione da un corpo ad un altro che viene ricordata è la hamr, attraverso la quale il soggetto assume poteri straordinari: doppia forza corporea rispetto quella di partenza, o addirittura quadrupla, questo perché la forza dell'uomo va a sommarsi a quella della bestia in cui il corpo del soggetto si trasferisce. Il soggetto così invigorito viene detto hamrammr. Sostengo che questo tipo di trasformazione sia stata presa come spunto da George R. R. Martin in Game of Thrones, per il personaggio Bran Stark. Infatti, questa trasformazione ha effetti vari: a volte un vestito di pelle appariva sopra il corpo, a volte la trasformazione era completa nell'animale, altre volte, invece, l'anima abbandonava il corpo di partenza entrando in quello dell'animale, lasciando il primo in uno stato di catalessi simile alla morte (proprio come Bran!). 

L'uomo che subisce la trasformazione in eigi einhamir conserva dell'aspetto originale del soggetto soltanto i suoi occhi, mentre tutti gli altri tratti corporei diventano quelli della bestia; soltanto la sua intelligenza non viene intaccata anche se il soggetto inizia a seguire gli istinti animaleschi tipici della bestia in cui si è trasformato: è quindi in grado di svolgere le azioni che l'uomo sa fare, ma anche quelle dell'animale, addirittura può nuotare o volare come un pesce o un uccello se assume la loro forma. 

Tracce di questa trasformazione sono presenti anche tra le leggende della mitologia norrena: Freya e Frigg hanno degli "abiti" da falco che indossano e che gli garantiscono di assumere la loro forma e di viaggiare volando per le diverse regioni della terra. Loki ne avrebbe fatto uso prendendole in prestito, a quanto si dice nel Völundarkviðaapparendo in forma di falco ma venendo riconosciuto per via del suo malizioso sguardo: gli occhi, come infatti abbiamo detto, rimangono quelli dell'individuo. 

La trasformazione in bestia attribuita al fatto di indossare vesti magiche o pelli di animali è presente anche in altre leggende, come nella Saga dei Volsunghi in cui si racconta di Sigmund e Sinfjotli i quali, in cerca di ricchezze nel bosco, si imbatterono in una casa dove trovarono due uomini addormentati tutti agghindati con preziosi anelli d'oro. Appesi ad una parete di fianco a loro si trovano due pelli di lupo, che i protagonisti della storia decidono di indossare: appena lo fanno, non possono più liberarsene e la natura delle bestie originali emerge in loro; iniziano quindi ad ululare e a comportarsi come lupi. Non è tutto: i due, consci dell'enorme potere appena ottenuto, cominciano a vagare per le terre nordiche col fine di accumulare ricchezze uccidendo uomini: Sinfjotli incontra quindi undici uomini tutti insieme, e ha abbastanza forza per ucciderli tutti, nonostante dopo, stanco e un po' spossato per il combattimento, sia costretto a riposarsi all'ombra di una quercia. Avendo affrontato ben undici guerrieri, tuttavia, il giovane uomo lupo ruppe il patto che fece con il compagno Sigmund: si erano promessi di battersi per provare la loro forza contro al massimo sette uomini. Sinfjotli, quando rivela la verità all'amico, lo indispettisce e da lui viene ucciso tramite un morso alla gola. La natura superba e litigiosa degli esseri umani (come anche la loro avarizia) sembra non venire meno neanche quando trasformati in lupi mannari!

Altro episodio dalla stessa saga racconta di una donna-lupo, la quale per nove notti consecutive uccide, uno alla volta, dieci fratelli. L'ultimo rimasto è Sigmund. Sua sorella Signy, tuttavia, gli manda un uomo fidato con del miele dicendogli di spalmarlo sulla faccia di Sigmund, per poi essere lasciato solo. Durante la decima notte, la donna-lupo ritorna per divorare anche Sigmund ma, trovandolo col viso cosparso di miele, inizia a leccarglielo, ponendo anche la sua lunga lingua nella bocca del valoroso guerriero. Appena lo fa, Sigmund morde la lingua del mostro, che cerca in tutti modi di liberarsi ma Sigmund, tirando con tutte le sue forze, è in grado di strappargliela, facendo morire la donna-lupo dissanguata.

Nei prossimi articoli tratteremo ancora l'argomento della licantropia nel Nord ed in particolare nell'area scandinava. Premi il tasto SEGUI per rimanere aggiornato e supportarci (anche con una donazione, sempre se possibile). Grazie!




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