Passa ai contenuti principali

Translate

Follow the blog to support us! Segui il blog per supportarci!

A tavola nel Medioevo - I digiuni e le astensioni - Medieval cooking

 

In questo articolo il Magister espone alcune particolarità prescrizioni e leggi vigenti riguardo il consumo di alimenti e astensioni alimentari a partire dall’Antichità fino al Medioevo. Iscrivetevi al blog per rimanere aggiornati e, se l’articolo ti ha particolarmente interessato, valuta la possibilità di una donazione per supportare il nostro lavoro. Grazie e buona lettura.

L’Età di Mezzo è stato un periodo di profonda religiosità. 

Ai tempi dell’Impero Romano i Cristiani erano stati sempre considerati come un delle sette ebraiche; dopo la caduta dell’Impero mantennero l’attitudine ereditata appunto dei “fratelli maggiori”, gli Ebrei, nel distinguere tra i cibi quelli “Puliti” e “Puri” da quelli “Sporchi” e “Impuri” quindi saper distinguere ciò che era adatto per il consumo umano.

Quando gli Ebrei sacrificavano un animale il suo sangue era riservato a Dio, perciò le carni destinate al fedele dovevano essere private di ogni traccia di sangue, questo era uno dei parametri per poter essere approvate e dichiarate “kosher” e quindi adatte al popolo di Dio. Queste prescrizioni indubbiamente fisiche e sanitarie in origine, divennero ben presto un aspetto morale non appena i teologi iniziarono a ricercare i “mezzi” attraverso i quali un cristiano poteva divenire puro cioè più capace di piacere a Dio e degno di comunicare con Lui.

Un famoso dottore della chiesa, Ireneo di Siviglia (560 – 636), e non solo lui, lodava l’utilità morale del digiuno, teorizzava che mangiando carne si genera il piacere della carne: “la carne surriscalda la persona che la mangia e cosi nutre ogni vizio”.  Queste sue affermazioni si basavano sulla teoria scientifica degli umori del greco Galeno (129-201), teoria che sarà alla base della famosa Scuola Salernitana. Ireneo stesso scriveva “Il corpo umano è costituito da quattro elementi: poiché la terra è nella carne, l’aria nel respiro, l’umidità nel sangue e il fuoco nel calore vitale”.

La domanda era: quale il momento giusto per tendere alla purezza? La definizione di giorni di astinenza dalla carne, chiamati “di magro” o “di Penitenza” non fu uniforme nell’Europa cristiana; in genere i giorni di penitenza erano quelli che precedevano le solennità e momenti importanti nel calendario ecclesiastico; la chiesa comunque indicava quattro periodi di magro e digiuno della durata di quaranta giorni ognuno: Avvento, Quaresima, Pentecoste ed il periodo che segue la festa di Santa Croce (14 settembre).

Inghilterra 1256, Ralph di Lenham (Kent) affermava:

Quattro digiuni sono stati stabiliti che sono chiamati le quattro tempora a causa del loro cadere nelle quattro stagioni. Dobbiamo digiunare per pregare Dio affinché temperi l’umore che è in noi, il temperamento che più da vicino somiglia a ogni stagione e il suo temperamento”.

Descrive poi nel dettaglio: in Primavera di natura calda e umida occorre temperare l’eccesso di sangue, l’Estate calda e secca è la bile che deve essere combattuta, l’Autunno freddo e secco la malinconia e l’Inverno freddo e umido porta la necessità di spezzare con il digiuno quegli umori specifici in eccesso. Ralph conclude:

“Dobbiamo digiunare quattro volte per temperare questi quattro umori, poiché essi hanno il massimo potere sulla disposizione di ogni individuo: chiunque tempererà questi umori, sarà meno incline al peccato”

Alcune forme di magro venivano certamente praticate ogni settimana durante tutto l’anno. In origine vi è traccia di tale digiuno i giorni di venerdì e sabato, in altri scritti è indicato come i giorni in cui era permesso mangiare carne erano solo la domenica, il martedì e il giovedì. Alla fine, se ai digiuni settimanali si aggiungono i quattro tempora prescritti durante l’anno liturgico vediamo che più della metà dei pasti di un individuo sono soggetti a qualche forma di astinenza.

Vorrei qui precisare che oltre all’astinenza dai piatti di carne vera e propria le prescrizioni prevedevano anche omissioni da tutta una serie di alimenti di derivazione da ‘animali riscaldanti’ come venivano indicati allora, ad esempio: lardo, strutto, burro, latte animale, formaggi e molti altri; simili prescrizioni portarono ad una rivoluzione nel modo di cucinare e mangiare, con l’aumento del consumo di piatti vegetali, ad esempio si sostituivano i grassi con l’olio di noci o di mandorle. Si acuiva così la solita differenziazione tra le rape e i cavoli, alimenti quotidiani dei popolani, e la vasta scelta di alternative che invece avevano nobili, mercanti, conventi e clero; tutto ciò portò in quel periodo anche ad un profondo condizionamento di quella che oggi potremmo definire ‘industria alimentare’.

Un ultimo commento “politico”: già prima del ‘1000, esiste una precisa volontà della chiesa cattolica romana ad imporre la propria civiltà sui “barbari”, pagani e ariani, anche dal punto di vista alimentare sostituendo una alimentazione prevalente di carne (principalmente il maiale) e di cerveza (birra) con una di grano (pane) e vino (al centro della celebrazione eucaristica).  

Nuovi articoli sul cibo e vivande nel Medioevo verranno prossimamente pubblicati; iscriviti cliccando la sidebar a destra per rimanere aggiornato. Condividi l’articolo se ti va!






Commenti

Posta un commento

Thanks for your support!

Post popolari in questo blog

La vestizione del cavaliere in Erec e Enide - Letteratura medievale

  Erec e Enide è uno dei romanzi del celebre scrittore medievale Chrétien de Troyes, misteriosa figura che non ha un'origine nota: forse un chierico, forse un araldo d'armi, quel che è certo è che fu un esperto dell'arte bellica medievale. Questo è testimoniato non solo dalle descrizione di armi, armature scudi nei suoi romanzi, anzi, la sua narrazione no n si limita a questo. Gli scontri, i duelli e le battaglie ai quali i suoi personaggi partecipano acquisiscono, attraverso la sua penna, una dinamicità che li rende unici nel suo genere, una verosimiglianza (seppur a tratti esacerbata ed amplificata per rendere ancor più epiche le vicende) che può essere trasmessa nella narrazione solo da chi era avvezzo a questo genere di scontri, o perlomeno molto appassionato ed affascinato da questi ultimi. Possiamo quindi ben affermare che Chrétien se ne intendeva di tutto quel comparto bellico che spesso oggi, purtroppo, sintetizziamo in un'unica figura, quella del cavaliere, fi...

Filologia - Visigoti: origine, storia, regno

Ecco a voi un altro gruppo di germani che andremo ad analizzare insieme. Chi erano i visigoti? Quale ruolo ebbero negli sviluppi storici europei? Quali furono i loro rapporti con l'Impero romano? Cercherò di rispondere a questi quesiti in questo post. Buona lettura. Possiamo affermare con sicurezza che il gruppo etnico dei visigoti fu la popolazione germanica che più influì nella costituzione della Spagna come la conosciamo oggi; ma non solo, la loro presenza determinò importanti avvenimenti in tutta Europa, durante diversi secoli, che vanno dal I d.C. fino all'anno 711, l'anno della conquista araba della Penisola Iberica, anche se reminiscenze della cultura ed etnia visigote saranno presenti anche dopo questa data. Le loro campagne militari, in diversi momenti, hanno segnato cambiamenti importanti nel corso della storia: un esempio memorabile è la Battaglia dei Campi Catalaunici contro gli unni di Attila, oppure le conquiste militari di Eurico in buona parte delle attuali ...

Ricette medievali: zuppa d'herbette e ceci e castagne - Medieval cuisine

Le ricette medievali, spesso, sono un argomento spinoso e difficili da emulare. Qui però il Magister ci fornisce alcuni interessanti dettagli e, per i più golosi, due particolari ricette da provare in cucina. Buona lettura! Ci sono giunti fino a noi diversi trattati di cucina, i più antichi del ‘200. Tuttavia, per la maggior parte, si tratta di manoscritti di grandi cuochi al servizio di re, nobili e grandi famiglie mercantili. Quindi si tratta, per la maggior parte, di ricette di grandi banchetti o piatti per ricche persone, poco riguardanti il popolo minuto. Altro problema riguarda la ricetta in sé, sono una sequenza di operazioni che il cuoco doveva fare, molto spesso incomplete e soprattutto senza le dosi degli alimenti o con dosi riferite a misure locali e diversificate da luogo a luogo. Capirete quindi la difficoltà nel proporre una ricetta da potersi preparare correttamente …. Noi con l’aiuto di diversi libri ci abbiamo provato. Menestra d’herbette   "Togli le foglia di...